Questa è la traduzione che ha fatto Skyler della bellissima intervista rilasciata da Ben a Metro News Russia.
L'intervista in lingua originale è a seguire!
Metro Russia: Ho visto “The seventh son”, sei semplicemente splendido!
Ben: Credo che tu sia l’unica persona che ha visto questo film. Sono felice che ti sia piaciuto!
MR: Perchè hai deciso di partecipare a questo film?
B: Prima di tutto, ho dato un’occhiata al libro di Josep Delaney “The Spook’s apprentice”, e mi è piaciuto molto. Seconda cosa: Jeff Bridges! Quando ho saputo che avrei lavorato al fianco di una leggenda … come avrei potuto rifiutare? Bridges è uno dei miei eroi! Era uno dei miei sogni lavorare con lui! E terza cosa: Sergei Bodrov. Ero rimasto impressionato dal suo film “Mongol”. Inoltre prima che mi unissi al cast, Bodrov ed io ci siamo incontrati e abbiamo avuto una lunga conversazione dopo la quale ho avvertito una sorta di connessione tra noi.
MR: Come è stato lavorare con un regista russo? Hai trovato differenze? B: Veramente io ho lavorato con registi di molti paesi. A volte Sergei trovava difficoltà ad trovare le parole giuste per descrivere una situazione o per esprimere ciò che voleva da me in termini di recitazione. Ovviamente non avevo altri a cui paragonarlo. Era la prima volta che lavoravo con un regista russo. Ma lui ha una meravigliosa intuizione visiva; lui sa come deve essere girata una scena. Vuole che ogni scena risulti convincente e reale, anche se è una scena comica.
MR: Tu sai cosa è accaduto al figlio di Sergei?
Ben: Credo che tu sia l’unica persona che ha visto questo film. Sono felice che ti sia piaciuto!
MR: Perchè hai deciso di partecipare a questo film?
B: Prima di tutto, ho dato un’occhiata al libro di Josep Delaney “The Spook’s apprentice”, e mi è piaciuto molto. Seconda cosa: Jeff Bridges! Quando ho saputo che avrei lavorato al fianco di una leggenda … come avrei potuto rifiutare? Bridges è uno dei miei eroi! Era uno dei miei sogni lavorare con lui! E terza cosa: Sergei Bodrov. Ero rimasto impressionato dal suo film “Mongol”. Inoltre prima che mi unissi al cast, Bodrov ed io ci siamo incontrati e abbiamo avuto una lunga conversazione dopo la quale ho avvertito una sorta di connessione tra noi.
MR: Come è stato lavorare con un regista russo? Hai trovato differenze? B: Veramente io ho lavorato con registi di molti paesi. A volte Sergei trovava difficoltà ad trovare le parole giuste per descrivere una situazione o per esprimere ciò che voleva da me in termini di recitazione. Ovviamente non avevo altri a cui paragonarlo. Era la prima volta che lavoravo con un regista russo. Ma lui ha una meravigliosa intuizione visiva; lui sa come deve essere girata una scena. Vuole che ogni scena risulti convincente e reale, anche se è una scena comica.
MR: Tu sai cosa è accaduto al figlio di Sergei?
(NdT: suo figlio Sergei Bodrov jr anche lui attore e regista morì tragicamente nel 2002 durante le riprese di un film dove l’intero cast fu travolto da una valanga)
B: Si, ho letto la notizia, ma non gliene ho mai parlato.
MR: Ma essendone a conoscenza, hai mai sentito qualche responsabilità interpretando il ruolo di un figlio?
B: Onestamente non l’ho proiettato su me stesso.
MR: Spesso per comprendere meglio i loro personaggi, gli attori cercano ricordi in se stessi. Quali ricordi hai usato?
B: I ricordi emozionanti ti aiutano nella recitazione. All’inizio del film Tom Ward lascia la sua famiglia, li saluta sapendo che non si rivedranno presto. Ricordo quando ho lasciato la mia famiglia la prima volta per sette mesi. E’ una sensazione familiare. E poi capivo bene Tom; salvare il mondo non è un lavoro facile da fare. Quando ero giovane ho svolto un lavoro con meno responsabilità, ma non facile, lavoravo in un bar. Inoltre ho lavorato con registi che avevano un carattere peggiore di quello di Master Gregory (Jeff Bridges) in The Seventh Son. Naturalmente non ho mai affrontato un drago, nel nostro caso un drago femmina, così non avevo termini di paragone!
MR: Ad ogni modo qual è la tua opinione sui duri approcci educativi che si vedono nel film?
B: Talvolta le circostanze spingono i maestri a comportarsi rigidamente con I loro allievi. E quando il male scende sulla terra e un maestro ha solo una settimana per istruire il suo allievo, beh penso che sia giustificato. Tra l’altro anche i miei genitori erano molto severi e mi hanno cresciuto con una sorta di pugno di ferro. Così master Gregory è riuscito a fare del mio personaggio un vero uomo.
MR: Era la prima volta che lavoravi con Julianne Moore e Jeff Bridges?
B: Si, assolutamente. Sfortunatamente non ho girato molte scene con Julianne. Lei è estremamente affascinante. Invece Jeff non è stato molto carino con me e all’inizio mi ignorava completamente. Immagina che non mi guardava nemmeno durante le nostre scene. Era davvero spaventoso! Mi aspettavo il contrario. Tuttavia nel giro di tre, quattro settimane il ghiaccio si è sciolto e il rapporto tra noi ha cominciato a migliorare. Sul set lui aveva la sua sedia personale. Una volta, con aria mortificata gli sono andato vicino e gli ho chiesto: “Com’è la sedia? Comoda?” e lui: “Oh si, è la sedia migliore del mondo. Ecco, provala!” Così mi sono seduto ed era davvero incredibilmente comoda. Jeff ha cominciato a suonare la sua chitarra e abbiamo provato qualcosa insieme. E il giorno dopo quando sono venuto a lavorare ho trovato una sedia uguale per me, accanto alla sua!
MR: Ti ha fatto trovare una sedia?
B: Si! Non riuscivo a credere che stesse accadendo a me, dopo tante settimane di silenzio! Adesso quella sedia è nel giardino di casa mia. E ci sono proprio seduto sopra in questo momento mentre parlo con te. E’ stato molto dolce da parte di Jeff. Oh, dimenticavo. Lui mi chiamava “Jamin” accorciava il mio nome Benjamin usando l’ultima parte. Alla fine delle riprese abbiamo persino cantato insieme.
MR: Ma Julianne non ha avuto una sedia da Jeff?
B: No! (ride)
MR: Ora dimmi, di cosa parla il film?
B: Jeff ed io abbiamo voluto mostrare lo spirito del libro. Ognuno di noi ha insieme qualcosa di buono e di cattivo dentro di sé, e c’è una lotta costante tra queste due forze. Non puoi sapere quale delle due forze vincerà finché non commetti un errore.
MR: Tu dividi la vita in bianco e nero?
B: Credo che la vita sia fatta di differenti sfumature di grigio. Tutti noi abbiamo una scala che determina quanto bianco o quanto nero mostrare. Tutto nasce dall’infanzia. Nessuno è capace di agire esclusivamente bene o male.
MR: Parliamo di cose serie. Hai letto 50 sfumature di grigio?
B: Si, ho letto il primo libro dei tre. Ma non appartengo al tipo di lettori di quel genere. Tuttavia dopo che l’ho letto ho capito perché è così popolare. Comunque ho incontrato l’autrice E L James. Mi ha detto che è scioccata del successo ottenuto dal libro.
MR: Torniamo al film. The Seventh Son è un fantasy.. ho sempre voluto chiedere ad un attore che ha interpretato film del genere se la fantasia ha un impatto nella sua vita reale. Ti senti responsabile nei confronti delle persone?
B: Sai, non penso che interpretare un eroe o un supereroe ti faccia sentire tale nella vita reale. Ma quando interpreti un leader allora si, cominci a sentirti tale anche nella vita reale, cominci ad avvertire delle responsabilità verso gli altri. Ma interpretare un eroe fantasy è troppo lontano dalla realtà. E all’inizio del film io sono molto lontano dall’essere un eroe.
MR: All’inizio del film dai da mangiare ai maiali!
B: Esattamente! (ride) Vedi, quando interpreto un eroe mi sento un guardiano di porci!
MR: C’è qualcuno che vorresti interpretare?
B: Onestamente? Nessuno! Sono appassionato di belle storie. La parte migliore del mio lavoro è ricevere copioni e leggerli. Mi piace ridere, piangere, sentirmi in colpa, sentire la tensione tra i personaggi … poi immagino come potrei interpretare tutto questo. E’ terribilmente interessante interpretare l’intera gamma delle emozioni!
MR: Questo significa che nella vita reale non provi molte emozioni e quindi le cerchi nei film?
B: Non direi proprio così. Più emozioni provi, più ti senti vivo. Quindi se i film ti danno l’opportunità di vivere tutti I tipi di emozione perchè non approfittarne?
MR: Cosa sai della cultura russa?
B: Non quanto mi piacerebbe saperne. Il secondo film che ho girato nella mia carriera è stato: “Bigga then Ben” . E’ tratto dall’omonimo libro di Sergei Sakin e Pavel Teterskyi. Parla di due russi che emigrano a Londra. Io interpreto uno dei due che si chiama Sobakka. Andrei Chadov interpreta l’altro. Io e Andrei siamo diventati amici da allora. Vivevamo insieme in un appartamento e dormivamo su un materasso sil pavimento. Lui non parlava inglese ed io, come puoi immaginare, non parlavo russo. Ma riuscivamo a parlare davvero con l’aiuto della vodka piuttosto che del vocabolario. In questo modo i nostri personaggi hanno legato molto bene. Sono passati molti anni da quel film ma ne sono ancora molto orgoglioso. E si, Andrei è un grande attore.
MR: Adesso hai compiuto gli anni di Cristo (33). Cosa è cambiato nella tua vita?
B: Ho iniziato a considerare la vita in modo più filosofico. Ho iniziato a pensare a cosa sta facendo la gente nel mondo e a dove stiamo andando.
MR: E dove stiamo andando? B: Ancora non lo so. Ma sto cominciando a chiedermelo. È una cosa buona, credo.
MR: Ti senti una star?
B: No. ancora non riesco a credere che quello che faccio qui, in Inghilterra per esempio, possa interessare a qualcuno in un altro paese, come la Russia. E voglio ringraziare tutti i miei fans in Russia. Il mio agente mi ha mostrato lettere di fans piene di affetto.
MR: Sai, tu sei un giovanotto molto attraente. Questo ti rende la vita difficile a volte? B: Non mi lamento ma a volte mi sono presentato a dei direttori di casting per sentirmi dire che non cercavano un attore di bell’aspetto, ma avevano bisogno di un tipo strano. Così il mio aspetto a volte mi ostacola piuttosto che aiutarmi. È buffo perchè non sono abituato al fatto di avere un bell’aspetto. Ero così goffo, magro e anche bruttino da ragazzo!
MR: Ma essendone a conoscenza, hai mai sentito qualche responsabilità interpretando il ruolo di un figlio?
B: Onestamente non l’ho proiettato su me stesso.
MR: Spesso per comprendere meglio i loro personaggi, gli attori cercano ricordi in se stessi. Quali ricordi hai usato?
B: I ricordi emozionanti ti aiutano nella recitazione. All’inizio del film Tom Ward lascia la sua famiglia, li saluta sapendo che non si rivedranno presto. Ricordo quando ho lasciato la mia famiglia la prima volta per sette mesi. E’ una sensazione familiare. E poi capivo bene Tom; salvare il mondo non è un lavoro facile da fare. Quando ero giovane ho svolto un lavoro con meno responsabilità, ma non facile, lavoravo in un bar. Inoltre ho lavorato con registi che avevano un carattere peggiore di quello di Master Gregory (Jeff Bridges) in The Seventh Son. Naturalmente non ho mai affrontato un drago, nel nostro caso un drago femmina, così non avevo termini di paragone!
MR: Ad ogni modo qual è la tua opinione sui duri approcci educativi che si vedono nel film?
B: Talvolta le circostanze spingono i maestri a comportarsi rigidamente con I loro allievi. E quando il male scende sulla terra e un maestro ha solo una settimana per istruire il suo allievo, beh penso che sia giustificato. Tra l’altro anche i miei genitori erano molto severi e mi hanno cresciuto con una sorta di pugno di ferro. Così master Gregory è riuscito a fare del mio personaggio un vero uomo.
MR: Era la prima volta che lavoravi con Julianne Moore e Jeff Bridges?
B: Si, assolutamente. Sfortunatamente non ho girato molte scene con Julianne. Lei è estremamente affascinante. Invece Jeff non è stato molto carino con me e all’inizio mi ignorava completamente. Immagina che non mi guardava nemmeno durante le nostre scene. Era davvero spaventoso! Mi aspettavo il contrario. Tuttavia nel giro di tre, quattro settimane il ghiaccio si è sciolto e il rapporto tra noi ha cominciato a migliorare. Sul set lui aveva la sua sedia personale. Una volta, con aria mortificata gli sono andato vicino e gli ho chiesto: “Com’è la sedia? Comoda?” e lui: “Oh si, è la sedia migliore del mondo. Ecco, provala!” Così mi sono seduto ed era davvero incredibilmente comoda. Jeff ha cominciato a suonare la sua chitarra e abbiamo provato qualcosa insieme. E il giorno dopo quando sono venuto a lavorare ho trovato una sedia uguale per me, accanto alla sua!
MR: Ti ha fatto trovare una sedia?
B: Si! Non riuscivo a credere che stesse accadendo a me, dopo tante settimane di silenzio! Adesso quella sedia è nel giardino di casa mia. E ci sono proprio seduto sopra in questo momento mentre parlo con te. E’ stato molto dolce da parte di Jeff. Oh, dimenticavo. Lui mi chiamava “Jamin” accorciava il mio nome Benjamin usando l’ultima parte. Alla fine delle riprese abbiamo persino cantato insieme.
MR: Ma Julianne non ha avuto una sedia da Jeff?
B: No! (ride)
MR: Ora dimmi, di cosa parla il film?
B: Jeff ed io abbiamo voluto mostrare lo spirito del libro. Ognuno di noi ha insieme qualcosa di buono e di cattivo dentro di sé, e c’è una lotta costante tra queste due forze. Non puoi sapere quale delle due forze vincerà finché non commetti un errore.
MR: Tu dividi la vita in bianco e nero?
B: Credo che la vita sia fatta di differenti sfumature di grigio. Tutti noi abbiamo una scala che determina quanto bianco o quanto nero mostrare. Tutto nasce dall’infanzia. Nessuno è capace di agire esclusivamente bene o male.
MR: Parliamo di cose serie. Hai letto 50 sfumature di grigio?
B: Si, ho letto il primo libro dei tre. Ma non appartengo al tipo di lettori di quel genere. Tuttavia dopo che l’ho letto ho capito perché è così popolare. Comunque ho incontrato l’autrice E L James. Mi ha detto che è scioccata del successo ottenuto dal libro.
MR: Torniamo al film. The Seventh Son è un fantasy.. ho sempre voluto chiedere ad un attore che ha interpretato film del genere se la fantasia ha un impatto nella sua vita reale. Ti senti responsabile nei confronti delle persone?
B: Sai, non penso che interpretare un eroe o un supereroe ti faccia sentire tale nella vita reale. Ma quando interpreti un leader allora si, cominci a sentirti tale anche nella vita reale, cominci ad avvertire delle responsabilità verso gli altri. Ma interpretare un eroe fantasy è troppo lontano dalla realtà. E all’inizio del film io sono molto lontano dall’essere un eroe.
MR: All’inizio del film dai da mangiare ai maiali!
B: Esattamente! (ride) Vedi, quando interpreto un eroe mi sento un guardiano di porci!
MR: C’è qualcuno che vorresti interpretare?
B: Onestamente? Nessuno! Sono appassionato di belle storie. La parte migliore del mio lavoro è ricevere copioni e leggerli. Mi piace ridere, piangere, sentirmi in colpa, sentire la tensione tra i personaggi … poi immagino come potrei interpretare tutto questo. E’ terribilmente interessante interpretare l’intera gamma delle emozioni!
MR: Questo significa che nella vita reale non provi molte emozioni e quindi le cerchi nei film?
B: Non direi proprio così. Più emozioni provi, più ti senti vivo. Quindi se i film ti danno l’opportunità di vivere tutti I tipi di emozione perchè non approfittarne?
MR: Cosa sai della cultura russa?
B: Non quanto mi piacerebbe saperne. Il secondo film che ho girato nella mia carriera è stato: “Bigga then Ben” . E’ tratto dall’omonimo libro di Sergei Sakin e Pavel Teterskyi. Parla di due russi che emigrano a Londra. Io interpreto uno dei due che si chiama Sobakka. Andrei Chadov interpreta l’altro. Io e Andrei siamo diventati amici da allora. Vivevamo insieme in un appartamento e dormivamo su un materasso sil pavimento. Lui non parlava inglese ed io, come puoi immaginare, non parlavo russo. Ma riuscivamo a parlare davvero con l’aiuto della vodka piuttosto che del vocabolario. In questo modo i nostri personaggi hanno legato molto bene. Sono passati molti anni da quel film ma ne sono ancora molto orgoglioso. E si, Andrei è un grande attore.
MR: Adesso hai compiuto gli anni di Cristo (33). Cosa è cambiato nella tua vita?
B: Ho iniziato a considerare la vita in modo più filosofico. Ho iniziato a pensare a cosa sta facendo la gente nel mondo e a dove stiamo andando.
MR: E dove stiamo andando? B: Ancora non lo so. Ma sto cominciando a chiedermelo. È una cosa buona, credo.
MR: Ti senti una star?
B: No. ancora non riesco a credere che quello che faccio qui, in Inghilterra per esempio, possa interessare a qualcuno in un altro paese, come la Russia. E voglio ringraziare tutti i miei fans in Russia. Il mio agente mi ha mostrato lettere di fans piene di affetto.
MR: Sai, tu sei un giovanotto molto attraente. Questo ti rende la vita difficile a volte? B: Non mi lamento ma a volte mi sono presentato a dei direttori di casting per sentirmi dire che non cercavano un attore di bell’aspetto, ma avevano bisogno di un tipo strano. Così il mio aspetto a volte mi ostacola piuttosto che aiutarmi. È buffo perchè non sono abituato al fatto di avere un bell’aspetto. Ero così goffo, magro e anche bruttino da ragazzo!
***
L'intervista in lingua originale qui di seguito:
I’ve seen Seventh Son, you were just splendid in it!
I think you’re the only person in the world who’s seen this film. I‘m so happy you liked it!
Why did you decide to take part in Seventh Son?
First of all, I galloped through Joseph Delaney’s The Spook’s Apprentice, I really enjoyed it. Secondly – Jeff Bridges! When I realised I’d be playing alongside a legend….Well, how could I refuse? Bridges is a hero of mine! It was my dream to work with him!
Thirdly, Sergei Bodrov. I was so impressed with his Mongol. Besides, before I was cast, Bodrov and I had a meeting and we had a long conversation after which I felt a connection of some sort between us.
What’s it like to work with a Russian director? Did you feel any difference?
Actually, I‘ve worked with directors from many countries. Sometimes Sergei found it difficult to find the right words to describe a situation or when he wanted me to do in terms of acting. Obviously, I have no one to compare him with. It was the first time I’ve ever worked with a Russian director. But he has such an amazing visual intuition; he knows what a shot must look like. He wants every scene to look convincing and real, even if it’s a comic scene.
Do you know about what happened to Sergei’s son?
Yes, I’ve read about it in the news but I’ve never talked to him about it.
But being aware of this, did you feel any responsibility playing a son?
To be honest, I didn’t project it on myself.
Sometimes to understand their characters better actors project similar memories on themselves. What memories did you use?
Emotional memory helps you act. At the beginning of the film Tom Ward leaves his family, he says good bye to them, knowing they wouldn’t see each anytime other soon. I remember leaving my family for seven months for the first time. This is a familiar emotion. Also, I understand Tom well – saving the world isn’t an easy job to do. When I was young I had a less responsible job but also not an easy one – I worked in a bar. Besides, I’ve worked with some directors who had a much worse character than the one of Master Gregory (Jeff Bridges) in Seventh Son. Of course, I’ve never came across a dragon, I mean in our case a female dragon, so I have nothing to compare with.
By the way, what’s your take on such harsh educational approaches that we see in the film?
Sometimes circumstances make teachers behave strictly with their students. And when evil descends on the world and a teacher has only got one week to teach his apprentice, well, I think it’s quite justified then. By the way, my parents were quite strict and sort of ruled with a rod of or iron. So Master Gregory managed to make a real man out of my character.
Was it the first time you worked with Julianne Moore and Jeff Bridges?
Yes, definitely. Unfortunately, I don’t share that many scenes with Julianne. But she is extraordinarily charming. However, Jeff wasn’t too nice to me and at first he just ignored me completely. Can you imagine, he didn’t even look at me during our scenes. It was so frightening! I expected the opposite. In about three or four weeks, however, the ice moved and our relationship improved.
On the film set he always had his own chair. I once sheepishly came up to Jeff and asked “How’s the chair, comfy?” and he went “Oh yeah, it’s the best chair in the world. Here, try it!” So I sat in it and it was really incredibly comfortable. Jeff started playing on his guitar and singling something along. And the next day when I came to work I found the same chair for me next to his!
He got you a chair?
Yes! I couldn’t believe it was happening to me after so many weeks of silence! Now I have this chair in my garden at home. And I’m actually sitting in it now as I’m talking to you. It was so sweet of Jeff. Oh, forgot to say. Jeff calls me Jamin, he shortens my full name Benjamin and just uses the last bit. And at the end of the shoot we even sang together.
But Julianne didn’t get a chair from Jeff, did she?
No! (laughs)
So tell me, what’s the film about?
Jeff and I wanted to show the spirit of the book. Each of us has both something good and evil inside, and we all have this constant struggle between these forces. You won’t know which force’s going to win until you make a mistake.
Do you divide life into black and white?
I’m sure life consists of different shades of grey. We all have our own scale which determines how much black or white a person can be expected to get. It all stems from childhood. No one is capable of doing either exclusively good or bad things.
Let’s talk about serious things. Have you read 50 Shades of Grey?
Yes. I’ve read the first book out of three. I don’t belong to its targeted audience, though. However, after reading it I understood why it is so popular. By the way, I’ve met its author E L James. She told me how shocked she was by the success of the book.
Let’s get back to films. Sevenths Son is a fantasy. But I’ve always wanted to ask an actor playing in this genre if fantasy has an impact of his/her real life? Do you feel responsible to people?
You know, I don’t think that playing a hero or a superhero in films makes you feel a hero in real life. But when you play a leader then yes, you start feeling like a leader in real life, you start feeling responsibility before others. But playing a fantasy hero is too far from reality. And at the beginning of the film I’m so far from being a hero…
At the beginning of the film you’re feeding pigs!
Exactly! (laughs). See, when I play a hero I feel like a swineherd.
Is there anyone you dream of playing?
Honestly? No one! I have a passion for good stories. The best part of my job is getting scripts and reading them. I like laughing, crying, feeling guilty, feeling the tension between characters…Then I imagine how I’d play all that! It’s insanely interesting to play a whole spectrum of emotions!
Does it mean that in real life you don’t get enough of these emotions and you seek them in films?
I wouldn’t say so. The more emotions you feel the more alive you get. So if films give you an opportunity to feel all range of emotions, why not take it?
What do you know about Russian culture?
Not as much as I’d like to know. The second film I’d ever made was Bigga than Ben. It’s based on the book of the same name written by Sergei Sakin and Pavel Teterskyi. It’s about two Russians who emigrated to London. I played one of them nicknamed Sobakka. Andrei Chadov played the other one. Andrei and I have been friends since then. We lived in a flat together, slept on a mattress on the floor. He didn’t speak English then and I, as you can guess, didn’t speak any Russian. That’s why I bought a Russian phrase book. By the way, now I can’t remember a single phrase in Russian. But actually we spoke with the help of vodka and cigarettes rather than the phrase book. This way we connected with our characters really well. It’s been many years since we made that film but I’m still proud of it. And yes, Chadov is a great actor.
Now you’ve reached the age of Christ. What has changed it your life by now?
I’ve started treating life in a more philosophical way. I’ve started thinking about what all these people are doing in the world and where we all are going.
And where?
I don’t know yet. But I’ve started thinking about it so that’s good, I think.
Do you feel like a star?
No. I still can’t believe that what I do here, in Britain, for instance, can be interesting to someone in different countries, like Russia. And I’d like to say thank you to all the fans in Russia. My agent passes me over fan letters filled with love.
You know, you are a very handsome young man. Does it make your life difficult at times?
I don’t want to complain but I often come across some casting directors who say they don’t need good-looking actors, they need someone odd-looking. So my looks sometimes bother me rather than help me. It’s funny because I’m so not used to the fact that I’ve grown to be good-looking. I was so clumsy, skinny and even ugly as a teenager!
Grazie Skyler!! <3 p="">3>
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